lunedì 14 febbraio 2011

Gli ultimi saranno i primi

E difatti rispetto la solita regola, come sono banale. Bando alle ciance, gli ultimi parti (e non party) del mio sconvolto occhio offerti in sacrificio per voi, per la nuova ed eterna allenza [...].


[King Nothing]




Sìssì, una non poco vaga reminiscenza di The Cell di Tarsem Singh. Non ricordo nemmeno il santo che fu sottoposto a cotal martirio, fatto sta che questo bel Re di Nulla (e mettiamoci anche i Metallica) non sta esattamente estraendosi senza colpo ferire gl' intestini, bensì sta recidendosi il cordone ombelicale. 
Bisogna pur crescere prima o poi. 
Separarsi dall'Eterna Madre. 
Essere un sole in piena notte.
Dimenticare, cessare, apnea, il mare profondo e buio. 
Qualcosa mi accoglierà, ovunque vada.
Buon viaggio.



[Death Mask -Sewing Herself Face-]




Tutti si ha una faccia. Alcuni più d'una peraltro, tanto che finiscono col perdersi dietro il conto delle loro mille identità, dimenticandosi di vivere sè stessi. Ogni tanto dovrei abbassare l'indice, o a furia di sputar sentenze prima o poi qualcuno me lo spezzerà. In ogni caso, andavo chiedendomi che faccia mai potesse avere una Morte (una, sì, mica tutte. E' diversa per ognuno, no? Mah. Non sono ancora morta, non ve lo so dire. Ne riparleremo dall'altra parte), e come la usasse. Come fosse una protesi probabilmente. Non è poi tanto distante dai piccoli umani di carne e ossa, la Vecchia Signora, perchè anche lei come ognuno di noi ha la sua maschera. 
E allora penso a Poe, alla sua Maschera della Morte Rossa, o ancora alle maschere funerarie egiziane, etrusche, precolombiane, e così via. Hanno certo più senso, questi decori funebri, delle insulse lapidi anagrafiche dell'uomo moderno. Che importa, il nome, la data...la faccia importa. Mostrami il tuo volto, non la giustificazione dattilografica della tua esistenza. Voglio vedere la persona, non una accozzaglia di dati.
Forse che ognuna delle nostre facce è in realtà una faccia della Morte, che abbiamo solo in prestito e che essa si riprenderà? 
E' forse proprio il perdere questa faccia che ci fa morti? 
L'annullamento dei tratti somatici come annullamento della personalità?  
E se essa nella notte (con tanto di falce di luna) se ne sta lì a cucire e creare facce, non è in questo senso anche generatrice di nuova vita?
Ecco perchè lo specchio, miei cari, vi riflette apparentemente vivi. Bugiardo!

[...] la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. [...]  Epicuro, Opere.



[Autoritratto dell' Una e Ventitrè]



La notte mi appartiene. 
Mi culla, mi picchia, mi sevizia, mi consola, scava nelle mie disperazioni, aggiunge legna secca al mio fuoco, mi isola, m' avvicina a luoghi sconosciuti, mi allontana dai ricordi o me li sbatte in faccia. 
O forse è troppo vino, la vodka (e il suo spirito di patata, ah-ah-ah), Matthew Herbert & the Big Band, e sovrappensiero (Bluvertigo) torrenti di immagini vissute, particolari che non pensavo di poter ricordare, e puoi fregare gli dei, fregare gli dei, macroonde. Ma ho sempre preferito dire: "puoi fregare gli dei, fregare gli dei, ma non me".
Sono invecchiata improvvisamente di un migliaio d'anni, riprendendo la mia vera forma.
I capelli bianchi non li conto più, le rughe nemmeno.

Sono sempre stata vecchia, e gigantesca, fatta di roccia e di nebbia.
Ho ceste e ceste e bauli e sotterranei e soffitte e case abbandonate e castelli diroccati e fosse e latrine e angoli di cielo pieni di cose mie. Di quel che ricordo, di quel che ho provato, di quel che ero e non sono più, di quel che sono e che voi non vedete.
Mi piace il buio, me ne esco la notte e prendo la mia vera forma. Vagolo per campagne solitarie, enorme e silenziosa, senza che nessuno mi veda. 
Sono vecchia. Arcaica.
Caro Matusalah , spartisco la mia dentiera con te.

Sono vecchia. Molto più di te. Sono Trismegistamente vecchia. 
Lazzaro Trismegisto, ossia "Lazzaro Tre volte Più Grande". Hai idea di quante volte sono morta? E di quante sono rinata?
Fatti un po' i tuoi conti.

All' Una e Ventitrè sono Io, solo Io, e nessun altro.


Avendo per Tempo saputo Melancolia tanto ampia, avrei oppiato il suo sonno d'illusioni ancora, senza por Tempo al Tempo di cavarmi gl'occhi con le sue paure, adempiendo a suo Tempo il mio Real desìo.

E se di buia notte mi cingo, d'altri non fu biasimo, se non mio.

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