lunedì 14 febbraio 2011

Santità, Martirio, Epifanie, Fato

"Bene-bene", disse il dottor Trabacchio fregandosi le mani.

Hai presente Ignazio Denner? Quel degenerato brigante satanico, uscito della mente perversa e finemente cesellata di Hoffman? Certo che ce l'hai presente.
Nel caso non fossi fresco di lettura, il dottor Trabacchio è suo padre.
Uno Shaitan ladro e lestofante, pronto a sacrificare ogni cosa, figlio compreso, per la causa della sua ricerca. Per il suo egoismo, per il suo benessere, per la sua cupidigia, per tutti gli aspetti negativi che fanno di lui quel che è. D'altronde, come ogni Satana che si rispetti, oltre alla malcelata indegnità morale ed etica...egli è medico, e cura senza nulla chiedere ogni malato. Ti par poco? E' scienziato illuminato e saggio venerando nella sua arte. E vi riesce perchè sacrifica i suoi figli (a parte Ignazio, misericordiosamente messo in salvo dalla madre) per ottenere dal loro sangue il medicamento.
Vedi, il dottor Trabacchio è il male incarnato, i vizi, l'occulto, l'oscuro, il malevolo.
Ma prima di tutto è un uomo che rinuncia ad ogni amore umano per amore di conoscenza, per il dominio di poteri segreti, per l' accesso ad aree sconosciute del pensiero e delle energie.
Tutto questo ha un costo, che Trabacchio traduce nella perdita di compassione e di umanità.

I Santi, quasi tutti martiri, pagano anch'essi allo stesso modo, oboli e oboli di sofferenza. Spingono la loro vita verso il male fisico per ottenerne un beneficio spirituale. Essi al contrario del dottore esaltano le qualità a lui mancanti  fino ad un punto estremo, per la Fede. Il martirio è la forma di insegnamento attraverso la quale imparano ed accedono alla santità. Non dimentico certo Girolamo, Agostino e chi più ne ha più ne metta, uomini di cultura e illuminati non solo dal martirio ma anche dalla propria sete di sapere, ma il mio discorso verte su altro.

Le Epifanie sono manifestazioni del divino o del malvagio (e datemi della manicheista, suvvia), o comunque di dimensioni altre, rappresentazioni  di energie archetipe in forme comprensibili alla percezione -più corretto dire alla semiotica iconologica- dell' uomo.
E proprio perchè aprono uno squarcio su una dimensione altra, portando consapevolezza, solitamente cambiano la visione del mondo e delle sue regole, una volta manifestatesi.
Mefistofele che porta il contratto a Faust, l'arcangelo Gabriele che sussurra la maternità all'orecchio di Maria, tutti eventi che cambiano il normale corso delle cose, che alterano il percorso di vita di persone assolutamente normali (benchè elette) donando loro una coscienza\conoscenza che gli impedirà di ritornare allo stato di ignoranza precedente.
Una volta che vedi, sai. E non puoi tornare indietro.
Una volta che hai mangiato la mela dell'Albero della Conoscenza, sai.
E il risultato, noto anche ai poppanti, è la cacciata dall' Eden. Si viene sostanzialmente espulsi da quel luogo dove tutto è pari, uguale, tranquillo, benevolo, materno se vuoi, perchè con l'accesso alla conoscenza non si può più percepire tutto come indistinto.
E' il tuo pegno, per sapere devi abbandonare ogni stato o luogo mentale precedente, in un continuo nomadismo. Separarti, partire, e indietro non si torna.

E si arriva così al Fato, alla predestinazione. I sistemi di segni con il quale una Volontà superiore comunica il proprio intento all' uomo, sono solitamente a disposizione di eletti (sulla quale la stessa finisce per agire) la cui sensibilità è maggiore rispetto ad altri. Essi hanno cioè un destino particolare che li porterà verso lidi non comuni. La loro fatica sarà ricompensata, ma ciò invece d'esentarli dal duro lavoro e dalle pene, gliene comporterà invece in maggior misura e di straordinarie.
La somma conoscenza richiede il sommo pegno, per farla breve.
Altri invece, con la loro testardaggine o la loro cecità, si costruiscono infausti cammini di vita che chiamano destino ma che in realtà sono l' opposto: rifiutano stolidamente di imparare la lezione che viene loro impartita, rinnegano l'alfabeto mediante il quale gli viene suggerito, non imparano dai propri errori nè da quelli d'altri. Soffrono ugualmente, ma senza ricompensa. Ovviamente.
Riflessione prosaica e alquanto prolissa, concordo, ma necessaria per i disegnucci qui sotto. D'altronde, se non ti va di leggere, guardati solo le figure. Nessuno dice niente, libero di scegliere.

E tu, paghi la tua conoscenza?
Quanto la stai pagando?
Perchè se non la paghi cara, è di cattiva qualità.




[Yuhanna Ibn Sarjun - San Giovanni Damasceno]

Il ragazzo è uno in gamba. Beh, ha perso due mani, ma tutto sommato ne ha guadagnato sia in braccia che in aureole.



[Ex Cinere Resurgo]

Dalla cenere risorgo. Sono pur sempre un Lazzaro, no? Imparentato geneticamente con l' Araba Fenice. Sicchè la mia aureola è un ovulo, e lo spermatozoo che mi feconda è il serpente che tentò Eva. 
Da questa coscienza rinasco. Ma non senza dolore: subisco anche io il mio piccolo martirio: una corona di spine cinge il braccio destro, il braccio tentacolato con il quale disegno. 
Autobiografico? Per certo.



[Not Necessarily F8 is 7]


Come dire, alle volte ci si sente il fallimento sul collo come una di Damocle spada
Un Fato contrario, un destino che non si comprende o ci allontana dal nostro desiderare.
E' una condanna, un' autoflagellazione, una presa di coscienza, una paura sfogata, una speranza, un cenotafio nel quale mi sono sepolta ancor viva. 
Situazioni della vita, l'autobus che passa in anticipo, il the delle cinque con la zia stronza, fiducia malriposta in persone a te care, il sedile del cinema zuppo di cola, un amore che perdi, bla bla bla. 
Santoddiocel'avetegliocchi. 
Fatevene anche voi quel che vi pare.

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